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Re: [www-it-traduzioni] chiacchiere varie su software libero e terminolo


From: Alessandro Rubini
Subject: Re: [www-it-traduzioni] chiacchiere varie su software libero e terminologia
Date: Sat, 24 Jan 2015 19:10:59 +0100

Fabio:
> Ma alcune licenze hanno come conseguenza la creazione di software
> proprietario e questo non lo si puo` negare, quindi scrivere programmi
> "importanti" sotto queste licenze e` come lavorare indirettamente su
> software proprietario.

E` la tua opinione. Che accetto ma non condivido. Su questi argomenti
non esiste la verita`.

Ti spiego perche` non la condivido: se io condivido conoscenza e
rispetto i miei utenti, condivido conoscenza e rispetto i miei
utenti. Punto. Se poi decido di non impedire ai miei utenti di
comportarsi male, loro possono comportarsi male. E potrai lamentarti
con loro, non con me.

Portando avanti il tuo discorso, l'output di gcc e` esplicitamente
escluso dal copyleft di gcc stesso, quindi poiche` molti programmi
proprietari sono compilati con gcc, lavorare su gcc "e` come lavorare
indirettamente su software proprietario". Stessa cosa il kernel linux,
che esplicitamente ferma il copyleft alle chiamate di sistema e non
adotta la GPL3 (quindi permette la non modificabilita` di fatto).

Credo che tu non la pensi in questo modo, ma e` un continuo. Molte
persone fermano il loro "e` come lavorare indirettamente su software
proprietario" prima delle licenze permissive, come tu lo fermi
(immagino) prima del gcc.

> [...] quindi scrivere programmi "importanti" sotto queste licenze e`
> come lavorare indirettamente su software proprietario.  Come puo`
> questo non danneggiare la liberta`?

Non la danneggia. L'esistenza di BSD non danneggia la
liberta`. L'esistenza di X11 nelle sue varie forme non ha danneggiato
la liberta` negli ultimi 30 anni.  Anche questo "secondo me", ma mi
sembra difficilmente contestabile. Se non contesti queste mie
affermazioni, allora ho risposto alla tua "Come puo` questo non
danneggiare la liberta`?"

Le due classi di licenze libere hanno ciascuna il suo ruolo
nell'economia della condivisione della conoscenza.  Dopo anni di
litigi mi sono fatto la mia idea, che sta fossilizzandosi con
l'esperienza (ma anche con l'eta` e la rigidezza mentale che sempre
l'accompagna).  Se e quando ci vediamo ne possiamo parlare a lungo.  O
fuori lista.

> A volte e` un male necessario, come spiegato da
> https://www.gnu.org/licenses/license-recommendations.html (che tra
> l'altro sono stato io a tradurre),

E che e` un'opinione. Autorevole, ma sempre un'opinione.  A proposito,
duole notare come piu` passano gli anni e meno la FSF e` autorevole
nel panorama tecnico e politico.

> la FSF stessa consiglia nella maggior parte dei casi l'uso di
> licenze copyleft.

La FSF ha un suo progetto politico, che non tutti condividono. Secondo
la FSF l'uso del copyleft stretto e` strumentale al suo progetto
politico.  Non tutti sono d'accordo -- e non tutti sono d'accordo sul
progetto della FSF.

> Addirittura la FSF stessa sconsiglia l'uso della LGPL, la loro
> stessa licenza in https://www.gnu.org/licenses/why-not-lgpl.html

Un'altra opinione, condivisa da sempre meno persone. Io l'ho seguito
perche` non capivo abbastanza, e ora la mia libreria e` caduta nel
dimenticatoio invece di essere usata ed estesa dalla base di
utenti. Ogni paio d'anni qualcuno mi chiede se non posso trasformarla
in LGPL, ma non posso perche` ci sono troppi autori.  Personalmente
ritengo che il copyleft debole (classe LGPL) sia la scelta migliore
per ogni nuovo progetto -- mentre per i contributi a progetti
esistenti e` piu` corretto seguire quanto gia` in vigore.

> Rimango dell'opinione che ai lettori deve essere ben chiaro che il
> software libero sia filosofico e l'open source sia pratico.

Su questo hai ragione. Semplicemente perche` questo e` il messaggio
che trasuda dalle pagine GNU e da tutto quello che dice rms. Come
traduttori dobbiamo mantenere invariato il messaggio.  Poi si puo`
essere d'accordo o meno.

/alessandro



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